L’implantologia è il ramo più recente della continua ricerca odontoiatrica, ed ha ormai raggiunto livelli di sicurezza, affidabilità e predicibilità di successo nel tempo, così da renderla come ottimale per la maggior parte dei casi di sostituzione di elementi dentali naturali persi, nei pazienti adulti, e a qualsiasi età, anche a costi contenuti.
Consiste nel posizionamento di un materiale biocompatibile che si deve integrare in un tessuto umano (osso): si parla infatti di implantologia osteointegrata, cioè di un vero e proprio legame intimo e stabile, che non consente alcun movimento e che è in grado di sopportare i carichi assai elevati delle forze masticatorie (carichi normalmente superiori di 50kg nelle zone molari).
Dopo un’accurata fase diagnostica dove vengono effettuate delle radiografie tradizionali e delle radiografie volumetriche (TAC-DENTALSCAN e CONE BEAM, eseguibili presso il nostro studio, indispensabili per conoscere le caratteristiche qualitative e quantitative ossee), si passa alle varie fasi operative, in funzione della tecnica applicata.
Implantologia dentale, a carico differito o immediato, all on four e six
L’implantologia dentale consente oggi di far fronte alla perdita dei denti naturali ripristinando il sorriso del paziente in modo perfettamente funzionale ed esteticamente valido.
Il ricorso all’implantologia dentale permette infatti una riabilitazione fissa della masticazione, evitando i fastidi legati all’utilizzo di protesi mobili (dentiere) ottenendo un risultato estetico conforme a quello naturale.
La tecnica implantologica prevede l’inserimento chirurgico nell’osso mandibolare o mascellare, di perni in titanio(materiale biocompatibile per l’organismo), i quali fungono da sostegno fisso per gli elementi dentali artificiali.
Come avviene l’intervento di implantologia
Il trattamento impiantare è suddiviso in due fasi:
L’inserimento degli impianti – 1^ fase chirurgica: – consiste nel posizionamento di un adeguato numero di impianti in titanio (fixture) nelle zone edentule delle ossa mascellari. Dopo l’inserimento i tessuti gengivali vengono suturati nella loro posizione originale, in modo tale che gli impianti rimangano totalmente sommersi. La prima fase chirurgica viene generalmente eseguita ambulatorialmente in anestesia locale, ma a richiesta del paziente può essere effettuata in sedazione cosciente o in anestesia generale.
Dopo il periodo di guarigione di 2 – 6 mesi, per consentire l’osteointegrazione, nel caso non si utilizzi la tecnica del carico immediato, viene eseguita la 2^ fase chirurgica, se gli impianti sono sommersi. Con questo intervento, più rapido e meno traumatico del primo, gli impianti vengono esposti nel cavo orale con viti di guarigione in titanio che saranno poi sostituiti dagli abutments, cioè dei “perni” che fuoriescono dalla gengiva e sui quali verranno cementate o avvitate le corone di porcellana, esattamente come se fossero monconi di denti naturali.
La percentuale di successo degli impianti osteointegrati
L’osteointegrazione degli impianti si verifica nella stragrande maggioranza dei casi: studi internazionali basati sulla valutazione scientifica e rigorosa di oltre 1.200.000 impianti, posizionati in 350.000 pazienti seguiti per un periodo di oltre 25 anni, hanno fornito percentuali medie di successo per ogni singolo impianto superiori al 98%.
Le alte percentuali di successo a lungo termine sono subordinate al rispetto di un adeguato programma di controlli periodici, associati a sedute di igiene orale ed ablazione tartaro.
Le ricerche internazionali hanno dimostrato che i fumatori presentano percentuali di successo inferiori (80-85%).
Implantologia a carico immediato
L’implantologia a carico immediato è la tecnica implantologica, oggi frequentemente utilizzata ordinariamente, che permette la riabilitazione immediata, funzionale ed estetica, della masticazione del paziente.
Fattori traumatici (fratture), granulomi, infezioni, patologie parodontali (piorrea), possono rendere necessaria la sostituzione immediata di un dente singolo o più elementi dentali, di una o entrambe le arcate dentarie. L’implantologia dentale a carico immediato se effettuabili consente al paziente di uscire dal nostro Centro medico con denti fissi sugli impianti appena posizionati.
Fra le metodiche di implantologia a carico immediato, notevole è l’esperienza del Dott. Finotti e dei suoi collaboratori nelle tecniche all on four – all on six (letteralmente: tutto su quattro, tutto su sei) che permettono di ripristinare l’arcata dentale posizionando soltanto quattro o sei impianti in siti ossei strategici, atti a garantire un’ottima risposta alle sollecitazioni masticatorie. Il paziente potrà ottenere una protesi fissa provvisoria entro le 4 – 36 ore dall’intervento. Nella tecnica all on four – all on six, gli impianti utilizzati garantiscono, per forma, superficie e dimensione, un’ideale stabilità strutturale e rapidi processi di guarigione ossea.
Implantologia dentale: una scelta personalizzata
La scelta della strategia più corretta avviene in funzione delle esigenze del singolo paziente e delle sue caratteristiche cliniche, sia locali (stato osseo e gengivale) che generali (età e condizioni di salute).
Anche pazienti anziani portatori di protesi mobili (dentiere) che presentino condizioni critiche di riduzione ossea, possono usufruire con successo di interventi implantologici: l’applicazione di pochi impianti (2 o 4), consente di stabilizzare le protesi mobili permettendo il recupero delle normali funzioni masticatorie e salvaguardando la vita di relazione individuale.
In alcuni casi, è possibile effettuare interventi mini-invasivi a cielo chiuso, senza incidere la gengiva, praticando dei piccoli fori corrispondenti al posizionamento degli impianti (tecnica flapless). Questa tecnica permette di ridurre al minimo il traumatismo chirurgico dell’intervento, accorciando notevolmente i tempi di guarigione.
Intervento implantologico – il post-intervento: cosa succede subito dopo l’implantologia
La rigenerazione/ricostruzione ossea
La rigenerazione/ricostruzione ossea può essere eseguita contemporaneamente all’inserimento degli impianti, quando la quantità di osso preesistente è sufficiente per dare agli impianti stessi una stabilità primaria ottimale; questi interventi vengono risolti in fase unica.
Diversamente, vengono risolti in fase doppia quegli interventi in cui la quantità di osso preesistente è talmente esigua da impedire l’immediato posizionamento degli impianti. In questo caso viene effettuato un primo intervento con lo scopo di rigenerare o ricostruire nelle gravi atrofie l’osso e un secondo intervento, dopo 4 – 6 mesi, per il posizionamento degli impianti stessi.
Tecniche di rigenerazione ossea:
Le tecniche di rigenerazione ossea prevedono l’uso di osso autologo e/o bio-materiale e/o membrane – riassorbibili o non riassorbibili – che, posizionate sopra al sito da rigenerare, lo isolano dai tessuti connettivali (gengive), creando un effetto tenda che permette alle cellule dell’osso di colonizzarne lo spazio.
Un ulteriore miglioramento dei risultati è stato riscontrato ponendo al di sotto delle suddette membrane innesti di vario tipo, tra cui i più utilizzati sono:
- INNESTI DI OSSO AUTOLOGO, cioè innesti di osso che vengono prelevati allo stesso paziente contemporaneamente all’intervento di rigenerazione; il prelievo, realizzato utilizzando appositi inserti, può essere effettuato in zone intraorali, così come nella cresta iliaca (anca), o nella parte anteriore della tibia. I prelievi intraorali possono essere eseguiti in anestesia locale (come per un’estrazione dentaria) ed hanno il vantaggio di trovarsi in stretta vicinanza al sito ricevente; i prelievi extraorali, che invece coinvolgono aree distanti da quelle della rigenerazione, richiedono interventi leggermente più complessi, permettendo però prelievi di una maggiore quantità di osso e vengono effettuati nella nostra struttura in sedazione o anestesia generale.
- INNESTI ETEROLOGHI O ALLOPLASTICI, cioè innesti ossei di specie diversa, decalcificati e liofilizzati, oppure di materiali riempitivi inerti. Possono essere utilizzati da soli o in associazione agli innesti di osso autologo, allo scopo di aumentarne il volume.